Il noce è originario della media Asia Minore e oggi si trova, per lo più coltivato, in buona parte dell’Europa . Raggiunge un’altezza di 15-20 m. e un diametro di 1m. Viene danneggiato dal freddo e la fruttificazione soffre delle brinate primaverili; esige perciò climi in cui non si verifichino queste avversità. Non è adatto per la formazione di foreste dense poiché ha bisogno di molta luce. Cresce quindi al meglio al margine di un bosco e ancor piú in piccoli gruppi a sé stanti e piante singole nelle campagne e nei prati o vicino alle case contadine (l’odore delle foglie teneva lontano le mosche).
Il noce è diffuso principalmente come pianta agraria per la produzione dei frutti di cui esistono diverse varietà. Il noce resta però una pianta difficile da innestare. Il legno del noce è ottimo per falegnameria e per mobili di lusso. Prima dello sfruttamento su larga scala delle foreste vergini tropicali degli ultimi decenni, il legno di noce aveva un valore elevato ed era comune piantarlo su terreni agricoli come investimento in denaro in caso di necessità (ancora negli anni 50 una pianta singola ben sviluppata poteva valere diverse migliaia di euro).
Il noce è stato da sempre anche una pianta medicinale, di cui si usano le foglie e il mallo. In breve hanno proprietà amaro-toniche e digestiva; si usano inoltre nel trattamento di gastroenteriti catarrali, come antisettico e nelle artriti uriche. Le foglie sono ipoglicemizzanti, abbassano la pressione sanguigna e sono sedative. Per uso esterno sono utili per trattare eczemi, piccole ulcere della pelle, bocca e arrossamenti nelle parti intime. Il mallo ha proprietà antisettiche e cosmetiche per proteggere e abbronzare la pelle, come anche per dare una tonalità castana ai capelli precocemente grigi. L’olio ottenuto dai frutti è uno dei migliori emollienti cosmetici con ottime proprietà di permeazione della pelle. Al frutto commestibile vengono date anche proprietà anticancerogene. Con il frutto acerbo (da noi il 21 di giugno) si prepara un liquore digestivo, il nocino.
Realizzato da Alberto Fostini, gruppo ambientalista di Caldaro, ex isp. forestale e autore di libri